L’esperienza maturata dopo l’approvazione della legge regionale numero 5 del 2016, che sancisce il principio di pari opportunità e il divieto di discriminazione nelle materie di competenza regionale, ha fatto emergere l’esigenza di rafforzare il sistema di tutela dei diritti delle persone. Il raccordo tra gli Organi regionali di Garanzia e Parità e la Rete contro le discriminazioni in Piemonte contribuisce a creare il necessario collegamento con il territorio per mettere in campo gli interventi più efficaci a tutela dei diritti delle persone fragili e discriminate. Gli sportelli della Rete regionale contro le discriminazioni, distribuiti sul territorio, raccolgono le segnalazioni dei cittadini e potranno indirizzarle agli organi competenti per la risoluzione dei casi. Così il cittadino d’ora in poi avrà punti di riferimento certi.
“Abbiamo creato una rete unica in Italia – afferma l’assessora Cerutti - questo è un patrimonio importante soprattutto in un momento in cui i diritti sono sotto attacco. Con questa rete vogliamo comunicare che stiamo con i più fragili, i portatori di differenze che sono un valore non un difetto. Non è una presa di posizione di principio ma di un’azione concreta che dà la possibilità concreta la cittadino di difendersi meglio e con più facilità”.
“L’adesione a tale intesa costituisce la tappa importante di un cammino che potrebbe trovare anche nell’istituzione del Difensore civico nazionale ulteriore impulso e vitalità alla soluzione di casi di discriminazione conseguenti all’attività amministrativa posta in essere da Amministrazioni operanti a livello centrale”, spiega il Difensore Civico, Augusto Fierro.
“La collaborazione che viene oggi sancita – aggiunge la Garante dell’Infanzia, Rita Turino - nasce anche dalla necessità di tutelare meglio le persone minori di età da ogni forma di discriminazione. L’intesa si propone quindi, in via sperimentale, di attivare una reale collaborazione nel proposito fondamentale di mantenere elevatissimo il livello di attenzione da parte delle istituzioni che in questo modo saranno più facilmente informate su quanto accade sul territorio”.
“Questa collaborazione ci permetterà di aiutare meglio i familiari di detenuti o ex–detenuti esposti a forme esplicite o nascoste di discriminazione: nell’affitto di una casa, nel trovare lavoro, nell’inserimento sociale, nell’approccio ai servizi. – racconta il Garante dei Detenuti, Bruno Mellano – Potremo aiutare meglio anche la popolazione detenuta che a fine novembre ha superato il muro delle 60mila persone in Italia, di cui 4.483 in Piemonte. La comunità penitenziaria raccoglie in sé tutte le principali categorie e target a rischio: dai tossicodipendenti, fino ai detenuti sex-offenders di Biella, Torino e Vercelli, le detenute trans di Ivrea, gli omosessuali della sezione speciale di Verbania”.
“In una materia delicata come quella in questione creare degli incroci stabili tra Organi di Garanzia significa migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'azione amministrativa. – afferma il vicepresidente del Corecom, Gianluca Nargiso – Nell'ottica del cittadino ciò vuol dire vedere davvero tutelati i suoi diritti: nel caso di specie, tutelata la sua dignità”.
"La firma di questo Protocollo d’Intesa - interviene la consigliera di Parità della Città metropolitana, Gabriella Boeri - significa rafforzare e formalizzare una collaborazione e definire modalità operative, in molti casi già presenti a livello territoriale, al fine di non sovrapporre gli interventi ma di costruire, proprio attraverso la rete istituzionale, un percorso che accompagni e tuteli le persone che segnalano la discriminazione".