La Regione Piemonte, con il supporto di IRES Piemonte e grazie alla collaborazione di 8 Enti locali, sta riattivando la Rete regionale contro le discriminazioni, così come previsto dalla Legge Regionale 5/2016. L’attività rientra tra gli obiettivi del progetto FAMI “Piemonte contro le discriminazioni”.
In ciascun territorio provinciale è stato attivato o riattivato un Nodo territoriale contro le discriminazioni che, oltre ad accogliere e sostenere le persone che segnalano una discriminazione e monitorare il fenomeno, ha il compito di attivare e coordinare una Rete di soggetti pubblici e privati presenti e operativi sul proprio territorio provinciale.
Con la partecipazione delle Assessore regionali all’Istruzione, Lavoro e Formazione professionale, Gianna Pentenero, e alle Politiche giovanili, Pari opportunità e Diritti civili, Monica Cerutti, è stato presentato oggi il prodotto crossmediale “CLIP & TAG” – spunti, riflessioni, link per discutere e capire insieme.
Si tratta di uno strumento di comunicazione che unisce in continuità video, stampati e comunicazione personale per discutere e approfondire in aula il tema delle discriminazioni. Il prodotto, destinato agli allievi e alle allieve in obbligo di istruzione della Formazione professionale, è stato realizzato da Enaip Piemonte nell’ambito del Progetto FAMI “Piemonte contro le discriminazioni”.
L'IRES Piemonte vanta un impegno più che decennale, al fianco della Regione Piemonte, nell’ambito delle politiche pubbliche antidiscriminatorie. Questo impegno è cominciato nel 2008, quando l’Assessorato regionale alle Pari Opportunità per Tutti ha affidato all’Istituto la realizzazione di una ricerca/azione volta a sviluppare un piano di azione regionale in materia. Dall’indagine è emersa, tra le altre cose, l’indicazione circa la possibilità di istituire un organismo regionale dedicato, poi diventato il Centro regionale contro le discriminazioni in Piemonte.
Negli anni successivi, l’attività di consulenza tecnico-scientifica dell'IRES Piemonte si è concentrata sulla costruzione delle politiche e delle strategie regionali di intervento per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni e per il monitoraggio e lo studio del fenomeno nel territorio regionale.
Questo impegno ha previsto, tra le altre cose, la partecipazione al gruppo di lavoro tecnico incaricato di redigere il disegno di legge poi diventato la Legge regionale n. 5 del 23 marzo 2016 “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale”, attuale fondamento di tutte le politiche regionali in materia.
L'IRES ha operato e opera accanto alla Regione in stretta collaborazione con l’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, con gli organismi di parità e garanzia regionali e nazionali, con gli enti locali piemontesi e con le realtà del terzo settore.
L’Istituto è stato partner della Regione Piemonte in tutti i progetti che questa ha realizzato in materia. Dopo aver affiancato la Regione nel monitoraggio e attuazione del Piano triennale contro le discriminazioni 2018-2021, attualmente affianca la stessa Regione - attraverso un accordo di collaborazione - per il monitoraggio e l'attuazione del Piano triennale 2022-24.
A partire dal 2018 l'IRES collabora inoltre con la Città metropolitana di Torino affiancando il Nodo metropolitano contro le discriminazioni nella pianificazione e realizzazione delle azioni di prevenzione e contrasto delle discriminazioni.
Attraverso l’azione di monitoraggio della stampa locale, il Centro Regionale contro le discriminazioni in Piemonte rileva episodi discriminatori avvenuti sul territorio e non segnalati dai diretti interessati ed eventuali violazioni della Carta di Roma e di altre linee-guida che mirano ad orientare la pratica giornalistica in senso antidiscriminatorio.
L’attività di monitoraggio viene condotta attraverso il portale della Regione Piemonte “Mentelocale”, che raccoglie l’archivio completo di 71 testate piemontesi d’informazione locale. Il sito consente di consultare le edizioni complete trascorsi 5 giorni dalla data di uscita in edicola, e di svolgere all’interno dell’archivio ricerche per parola-chiave, testata e arco cronologico.
Nel corso del 2013 l’indagine è stata condotta, a livello sperimentale, con il contributo di quattro stagiste/i dell’Università degli studi di Torino. Grazie alla sperimentazione, che ha coperto il periodo 1 gennaio-31 maggio 2013, è stato definito con precisione il metodo della ricerca, e sono stati individuati e analizzati i casi di discriminazione (con particolare attenzione per le discriminazioni multiple), le azioni positive contro le discriminazioni attuate da amministrazioni pubbliche e soggetti non profit e gli episodi di violenza con matrice discriminatoria avvenuti nel territorio piemontese. La ricerca si è inoltre concentrata sui casi di uso discriminatorio e stereotipato del linguaggio da parte degli operatori dell’informazione.
Il Centro sta lavorando per istituzionalizzare la collaborazione con l’Ateneo torinese, al fine di giungere ad un monitoraggio permanente e in tempo reale del fenomeno.
Nel periodo gennaio 2014-aprile 2015 si è svolto il progetto interregionale transnazionale POR FSE “Rafforzamento della rete per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni”.
Proposto dalla Regione Piemonte, che lo ha coordinato in qualità di capofila con l’assistenza tecnica di Tecnostruttura, il progetto ha visto la partecipazione dell’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e delle Regioni Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia e Sicilia.
L’ambito di azione del progetto ha riguardato le discriminazioni fondate su genere, orientamento sessuale, origine etnica, nazionalità, età, condizioni di disabilità, religione, con particolare attenzione alle discriminazioni multiple.
Finalità del progetto, articolato in 5 azioni, è stato il potenziamento della rete dei Centri di coordinamento/Osservatori contro le discriminazioni costituiti dalle Regioni aderenti, attraverso l’elaborazione di un linguaggio, di strumenti e di procedure condivisi e uniformi in tema di politiche e interventi di contrasto alle discriminazioni.
In particolare l’azione 1, coordinata dall’UNAR, è stata dedicata all’elaborazione di un glossario comune: l’esperienza decennale di accoglimento delle segnalazioni di discriminazione e di elaborazione di procedure, mirate alla rimozione delle cause che ne stanno all’origine, ha contribuito a formare una sorta di linguaggio comune utilizzato dagli operatori a livello centrale e locale. Tale patrimonio è stato consolidato al fine di poterlo condividere con tutti coloro che entreranno a far parte della Rete antidiscriminazione.
Le azioni 2 e 3, coordinate dalla Regione Piemonte, sono state gestite congiuntamente e dedicate alla definizione di livelli essenziali e uniformi per la presa in carico dei casi e la raccolta di dati statistici omogenei e comparabili. Il Contact Center dell’UNAR ha da tempo attivato una piattaforma informatica che permette agli operatori di registrare le segnalazioni pervenute e tutte le successive azioni intraprese per la gestione dei casi e costituisce uno strumento utile anche ai fini della rilevazione di dati e statistiche sui casi di discriminazione. Con l’attivazione delle Reti territoriali, le strutture che ne fanno parte (Nodi, Centri, Antenne o Sportelli) vengono via via connesse alla piattaforma in modo tale che possano operare su di essa come gli operatori del Contact Center nazionale.
A partire dalle linee guida e analizzando l’esperienza concretamente maturata sui territori coinvolti nel progetto, il Gruppo di lavoro è pervenuto all’elaborazione di prassi e strumenti condivisi ed uniformi – a partire da quelli già in uso e nel rispetto delle specificità di ciascuna realtà regionale – utili all’azione di prevenzione delle discriminazioni, di presa in carico e di gestione dei casi, di raccolta e analisi dei dati.
L’azione sui dati ha inteso rispondere alla necessità di garantire da un lato che i soggetti aderenti alle Reti territoriali adottino una modalità di raccolta e analisi dei dati sui casi di discriminazione che sia uniforme, dall’altro che possano disporre di dati completi ed aggiornati sui casi avvenuti sul proprio territorio, siano essi seguiti dalla Rete o dal Contact Center nazionale.
L’azione 4 è stata dedicata alla formazione degli operatori delle reti territoriali impegnati nella prevenzione e nel contrasto delle discriminazioni, nell’assistenza alle vittime e nel monitoraggio del fenomeno. Il fine di questa azione è stato quello di individuare e garantire un livello di formazione uniforme, individuando uno o più percorsi strutturati.
Infine l’azione 5 è stata dedicata all’informazione e comunicazione capillare, finalizzata a far conoscere la Rete antidiscriminazioni agli operatori e a tutta la cittadinanza, con particolare attenzione ai gruppi che potenzialmente sono maggiormente vittime di discriminazioni, anche attraverso approfondimenti da diffondere attraverso siti istituzionali e tematici.
La formazione ha un’importanza fondamentale per garantire la qualità e l’uniformità nei servizi forniti dai nodi territoriali e dai punti informativi contro le discriminazioni su tutto il territorio regionale. Per questo è stato definito un percorso formativo standard per operatore/operatrice antidiscriminazione dedicato al personale operante presso i nodi e i punti informativi, mirato a rafforzare tutte le competenze utili per gestire: accoglienza, ascolto, informazione e consulenza alle persone.
Oltre a questi percorsi dedicati, i vari soggetti della rete regionale organizzano numerosi incontri formativi e informativi più brevi, quali seminari e webinar, rivolti sia al personale della rete stessa, sia al personale operante presso servizi pubblici e privati che si rivolgono a persone a rischio di discriminazione, sia alla cittadinanza, con l’obiettivo di prevenire le discriminazioni e di innalzare il livello generale di consapevolezza.
Il Progetto “Piemonte contro le discriminazioni”, di cui è titolare la Regione Piemonte in partenariato con IRES Piemonte, EnAIP Piemonte, Casa di Carità Arti e Mestieri e UISP Comitato di Torino, è finanziato dal Ministero dell’Interno con risorse del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI, 2014-2020) dell’Unione Europea.
Il Progetto ha come obiettivo generale la promozione della parità di trattamento e la prevenzione delle discriminazioni razziali nei confronti dei cittadini e delle cittadine dei Paesi Terzi. Si inserisce nel quadro più generale di attività di promozione dei diritti e lotta contro le discriminazioni portate avanti dalla Regione in collaborazione con soggetti pubblici e privati anche per dare concreta attuazione alla Legge Regionale 5/2016 “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale”.
La programmazione dei Laboratori “Dalle discriminazioni ai diritti” (rivolti ad operatrici e operatori del settore pubblico) previsti ad Alba ha subito due modifiche:
Si può coniugare la lotta alla discriminazione e i luoghi di lavoro? Possono la comunicazione e i media supportare la lotta alla discriminazione? Può la Rete Regionale contro la discriminazione entrare nei luoghi di lavoro?
Di questo e altro vuole discutere e promuovere il progetto "Senza Barriere", finanziato dal Fondo Regionale Europeo all'interno del bando promosso dalla Regione Piemonte sulla Cultura di Parità.
La direzione di una testata giornalistica è riservata ai cittadini italiani. E’ questa la motivazione del rigetto della domanda di registrazione del sito Prospettive Altre che il Tribunale di Torino ha reso noto il 18 giugno 2014. Ansi (Associazione nazionale Stampa interculturale, gruppo di specializzazione Fnsi) e Cospe, promotori della testata realizzata da giornalisti di origine straniera, dopo un’attesa di 5 mesi hanno ricevuto comunicazione e motivazione del rifiuto: Domenica Canchano, giornalista di origini peruviane cresciuta in Italia, iscritta all’Ordine della Liguria e collaboratrice de Il Secolo XIX di Genova, non risponde al requisito della cittadinanza stabilito dalla legge sulla Stampa, n°47 dell’8 febbraio 1948, secondo la quale “il direttore responsabile deve essere cittadino italiano”.