Fotografa una situazione in chiaroscuro il report sulla «Ricognizione delle barriere architettoniche che ostacolano la libera circolazione, la socialità, l’assistenza delle persone con disabilità» realizzato dal Nodo provinciale antidiscriminazioni di Vercelli ed elaborato dall’Università del Piemonte Orientale, con il sostegno della Regione Piemonte nell'ambito delle attività realizzate dalla Rete regionale contro le discriminazioni.
Una ricerca, iniziata nel 2023 nell’ambito degli Stati generali della disabilità, alla quale hanno risposto 81 degli 83 Comuni del Vercellese, l’Asl e i Centri per l’impiego compilando questionari relativi alla mappatura delle barriere architettoniche. A presentare i risultati, di fronte a una platea di amministratori locali e rappresentanti del volontariato, sono Lella Bassignana, referente del Nodo Antidiscriminazioni, la docente universitaria Eliana Baici e il ricercatore Samuele Poy del Dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica di Upo.
Un lavoro nato per fotografare lo stato di fatto a fronte di una legislazione in cui i principi non sono stati del tutto declinati in interventi strutturali.
Analizzando i dati raccolti, sono le scuole a essersi più prontamente dotate delle strutture necessarie: 111 delle 117 tra materne, elementari e medie di pertinenza comunale hanno la rampa per persone in carrozzina. Idem in 26 delle 27 superiori che fanno capo alla Provincia: locali dove gravitavano (nel 2022-2023) 546 studenti con disabilità. Il 75% delle scuole comunali e il 93% delle provinciali hanno l’ascensore, la possibilità di parcheggiare in stalli dedicati è prevista nel 79% delle primarie e nel 100% delle superiori.
Escono bene dalla ricerca i teatri comunali (il 78% è accessibile a persone con disabilità) e gli impianti sportivi, con una accessibilità al 95%. Per quanto riguarda le strutture Asl: 9 su 11 (l’82%) hanno rampa e ascensore, i parcheggi riservati sono censiti in 8 edifici su 11.
Qualche Comune, come Trino, ha realizzato un Peba, il piano di eliminazione delle barriere architettoniche che comprende un’analisi dettagliata di uffici, viabilità, spazi pubblici, prendendo in esame interventi e costi per dare continuità a un’opera che è, prima di tutto, di rispetto della dignità umana.
«Le barriere strutturali e digitali sono causa di discriminazione - rileva Bassignana -, le buche, la mancanza di scivoli, ma anche di semafori sonori e piastrelle podo-tattili per le persone cieche, così come le auto parcheggiate sulle strisce pedonali o nei parcheggi riservati incidono sulla qualità della vita delle persone disabili da un punto di vista pratico e psicologico».
E' stata approvata dal Consiglio regionale del Piemonte, ed entrerà in vigore dal prossimo 28 febbraio 2024, la Legge regionale 5 febbraio 2024, n. 1, “Disposizioni per l’accessibilità e l’eliminazione delle barriere architettoniche”. La legge si compone di 11 articoli, rispetto ai quali si evidenziano di seguito in sintesi alcuni aspetti, con particolare riferimento ai PEBA Piani per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche, di cui la Rete regionale contro le discriminazioni si è più volte occupata sottolineando il fatto che, pur in presenza di un obbligo normativo vigente da oltre 30 anni, la maggior parte dei Comuni piemontesi non ha elaborato e adottato il PEBA, di fatto attuando una condotta discriminatoria indiretta in forma collettiva nei confronti delle persone con disabilità.
L'articolato della legge appena approvata, in sintesi, prevede:
Di seguito si ricapitolano in sintesi i prossimi passi previsti per dare attuazione alla nuova legge regionale:
Il testo completo e ufficiale della Legge regionale 5 febbraio 2024 n. 1, “Disposizioni per l’accessibilità e l’eliminazione delle barriere architettoniche” è disponibile sul sito del Consiglio regionale del Piemonte a questo link oppure nella versione pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte in data 8 febbraio 2024 disponibile qui in formato pdf.
Per incentivare l'adozione dei PEBA da parte dei Comuni, nel 2023 la Regione ha pubblicato un avviso pubblico per distribuire le risorse stanziate dall’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al quale hanno partecipato 379 Comuni piemontesi: maggiori informazioni sul bando sono disponibili qui.
Su ricorso presentato da Daniele Renda e dall’Associazione Luca Coscioni, il Tribunale di Civitavecchia ha condannato il Comune di Santa Marinella per la mancata adozione di un Piano che preveda la concreta eliminazione di un numero elevato di barriere architettoniche e sensoriali che ancora oggi impediscono alle persone con disabilità motoria o visiva di accedere e spostarsi all’interno di importanti luoghi e spazi pubblici presenti sul territorio comunale.
Ora il sindaco e la sua amministrazione avranno 12 mesi di tempo per approvare tutte le misure e gli interventi necessari volti a rimuovere le singole barriere architettoniche e sensoriali indicate nella sentenza, ciò al fine di garantire l’accessibilità universale in tutti gli spazi urbani, nonché il diritto alla libera circolazione, all’uguaglianza e alla vita autonoma per tutti i cittadini, anche con disabilità.
Per ulteriori informazioni si rimanda al sito dell'Associazione Luca Coscioni
E' stato pubblicato dalla Regione Piemonte l'elenco dei Comuni piemontesi che saranno finanziati per la realizzazione del P.E.B.A., il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, entro il 31 dicembre 2024. I Comuni che hanno presentato domanda rispondendo al bando regionale sono stati in totale 379, di cui 130 finanziati integralmente e 1 parzialmente, a causa dell’esaurimento delle risorse disponibili, pari a 865.118 euro. Si tratta di fondi statali, distribuiti alle Regioni, derivanti da un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, precisamente dall’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, che mira a incentivare la progettazione dei Piani.
I P.E.B.A., ovvero i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, sono gli strumenti pensati per monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutte le persone. Introdotti nel 1986, con l’articolo 32, comma 21, della legge n. 41, e integrati con l’articolo 24, comma 9, della legge 104 del 1992, che ne ha esteso l’ambito agli spazi urbani, sono lo strumento individuato dalla nostra normativa per monitorare e superare le barriere architettoniche insistenti sul territorio. I Piani, di cui ogni Comune dovrebbe essersi dotato già dal 1987, sono tesi a rilevare e classificare tutte le barriere architettoniche presenti in un’area circoscritta e possono riguardare edifici pubblici o porzioni di spazi pubblici urbani (strade, piazze, parchi, giardini, elementi arredo urbano).
I Comuni vincitori del bando regionale sono così distribuiti sugli 8 territori provinciali:
Questa la situazione degli 8 capoluoghi provinciali piemontesi: solo la Città di Cuneo ha già elaborato e adottato il Piano ad aprile 2022. I Comuni di Alessandria, Asti, Biella, Novara e Torino hanno presentato domanda e sono stati finanziati impegnandosi quindi ad elaborare e adottare il PEBA entro il 31 dicembre 2024, mentre Verbania e Vercelli non hanno il PEBA e non hanno partecipato al bando.
Va ricordato che, come stabilito dal Tribunale di Roma sul caso del Comune di Pomezia (gennaio 2023) e come ribadito dal Tribunale di Civitavecchia sul caso del Comune di Santa Marinella (ottobre 2023), la mancata adozione e approvazione del P.E.B.A. da parte delle amministrazioni comunali rappresenta una condotta discriminatoria indiretta attuata in forma collettiva nei confronti delle persone con disabilità.
Ulteriori informazioni sul bando e sui vincitori sono disponibili nella sezione dedicata sul sito della Regione Piemonte:
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Su ricorso promosso dall’Associazione Luca Coscioni, il Tribunale di Roma, con una ordinanza che non ha precedenti, ha stabilito per la prima volta che la mancata adozione e approvazione del P.E.B.A. da parte delle amministrazioni comunali rappresenta una condotta discriminatoria indiretta attuata in forma collettiva nei confronti delle persone con disabilità. Per il Tribunale, infatti, il Comune di Pomezia ha adottato il P.E.B.A. con notevole ritardo, ossia solo a maggio 2022, il che non gli ha consentito di procedere alla ricognizione delle barriere architettoniche presenti sul suo territorio e alla conseguente programmazione degli interventi volti alla loro rimozione. Tale ritardo – scrive la Giudice – “incide sui diritti dei disabili, con realizzazione di una condotta da parte dell’amministrazione comunale in concreto svantaggiosa e discriminatoria per gli stessi”.
Il Comune di Pomezia è stato dunque condannato a cessare il comportamento discriminatorio mediante la rimozione entro il 30 dicembre 2023 delle barriere architettoniche indicate nel ricorso, previa adozione, entro il 30 giugno 2023, di un piano di rimozione delle stesse da adottare sentita l’Associazione Luca Coscioni. A causa della mancata rimozione delle barriere architettoniche, il Comune di Pomezia è stato inoltre condannato a pubblicare il testo dell’ordinanza di condanna a sue spese sul quotidiano “Il Messaggero”.
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Aggiornamento al 22/12/2023 qui